I trulli salentini sono tipiche costruzioni rurali chiamati caseddhi realizzate dagli avi contadini con la stessa tecnica costruttiva del muretto a secco. Questi edifici realizzati in campagna servivano ai coltivatori come ricoveri stagionali durante le periodiche stagioni lavorative quali la raccolta delle olive, la potatura, la vendemmia, il dissodamento. La caseddha inizialmente aveva forma troncoconica per poi passare a quella più bassa e più tozza, da cui deriva lu thruddu a gradoni che veniva costruito in due fasi. Dapprima si erigeva la costruzione per poi rivestirla con una muratura in pietra ad anelli circolari che salendo si restringeva gradualmente fino a chiudersi in alto con una pietra piatta. Spesso sulla muratura esterna venivano posizionati dei massi a mo’ di scalinata che servivano, sino all’ultimo anello, per la manutenzione del trullo e per stendere sui vari gradoni i frutti da essiccare al sole. La caseddha era intonacata all’interno per impedire che negli spazi fra le pietre si creassero nidi di topi e serpenti o altri animali. All’altezza di circa 80 cm. nella muratura interna si ricavavano nicchie usate come dispense. Qui erano riposti recipienti per gli alimenti ( lu mmìli, lu tràfulu, la capàsa ), mentre l’illuminazione era ottenuta mediante delle lucerne ad olio. Esternamente, accanto alla porta, erano sistemati sedili in pietra, li ssettatùri e spesso venivano scavati abbeveratoi per gli animali. Altra tipologia di trullo salentino è quella a forma di campana. Tutti si differenziano dai trulli della Valle d'Itria e di Alberobello, più elaborati. Nel territorio di Manduria le caseddhe sono in prevalenza del tipo a gradoni con volta in chianca, maggiormente concentrate in contrada Castelli. A Avetrana se ne incontrano parecchie in contrada Quartuddi, alcune con le volte, purtroppo, completamente crollate ma che conservano ancora tracce di paretoni e di pozzelle per la raccolta dell’acqua piovana.